Capitolo 2 – Fabio

Capitolo 2 – Fabio

Era ora di cena. Aprì il frigo…. Non molte cose dentro, un pezzo di formaggio, dell’insalata, 3 bottiglie di latte. Come al solito si era dimenticata di andare a fare la spesa. Optò per una misera minestrina. “Sempre meglio di niente” disse a voce alta guardando il gatto. Aveva fame pure lui. “Non ti preoccupare ti do da mangiare pure a te!”
Mentre mescolava il brodo nella pentola torno indietro nei suoi pensieri.

1997

“Che giornata!”
Isabella era appena rientrata da uno dei suoi lavori. Era dura mantenersi di quei tempi.
Aveva affittato quel monolocale per qualche mese in attesa che arrivasse la stagione estiva. Era annoiata. Non aveva voglia di stare a casa. Guardò l’armadio. “Bene usciamo!” Si fece la doccia. Indossò un paio di jeans e una maglia attillata e decise che sarebbe andata a ballare.
Non molto lontano c’era una discoteca aperta di martedì. Dopo aver guidato per quindici minuti parcheggiò ed entro nel locale. Era presto non era molto affollato. Si sedette nella sala liscio a guardare le coppie di anziani ballare. Era bello vedere queste persone amarsi dopo tanti anni. Si chiese come abbiano fatto a superare le difficoltà. In questi tempi alla prima difficoltà si molla tutto e si cambia nel 90% delle situazioni.
Sapeva ballare il “ballo liscio” lo faceva fin da bambina. Sia con suo pare che con sua madre. Le piaceva andare alle feste paesane. Sentire le orchestre suonare e ballare il walzer o la mazurka con suo padre e il twist con sua madre. Era bella l’estate. Le feste. Ballare le era sempre piaciuto. Qualsiasi tipo di ballo.
“Signorina vuole ballare?”. Un uomo di mezza età le si era avvicinato e la distrasse dai ricordi. Alzò lo sguardo e decise che era un tipo innocuo. “Sì volentieri” rispose. Fece due balli. Era sempre piacevole ballare in coppia. Il signore era simpatico e non allungava le mani. Questo era un bene. Certi uomini chiedevano di ballare solo per mettere le mani addosso alle giovani donne. Dopo un valzer e un foxtrot si congedarono e Isabella fece il giro del locale.

Un salto nella sala latina. Non le piaceva molto quel genere di musica ma le piaceva vedere la gente ballare con tanta allegria. Buttò l’occhio sull’orologio. Era da poco passata la mezzanotte.
“Bene andiamo a vedere che si balla di la!”. Si spostò nella sala di musica commerciale. Il locale stava cominciando ad animarsi. Distrattamente guardò la consolle. La serata era appena cominciata. Decise di buttarsi in pista e cominciò a ballare. Eh si aveva proprio bisogno di sfogarsi.

Era immersa nei suoi pensieri, muovendo il suo corpo, proprio non badando a tutto quello che la circondava quando una voce uscì forte e chiara dalle casse acustiche. Ne rimase incantata. Si sentì colpita nel profondo. Doveva veder a chi apparteneva. Girò se stessa verso il deejay. “Carino l’uomo” si disse e chiacchierone. Doveva conoscerlo.
Per quella serata stette li. Lo ascoltò. Diceva un sacco di stupidaggini al microfono. Ma la faceva ridere. Oh si avrebbe fatto in modo di conoscerlo.
Fu così che i suoi martedì in discoteca cominciarono a diventare una routine fissa.
Cercò di mettersi in mostra un po’ alla volta con qualche abbigliamento un po’ provocante. Un giorno si fece coraggio e ballando si ritrovò i suoi occhi addosso e così per istinto gli fece ciao con la mano. Lui le rispose con un sorriso.

Ecco finalmente c’era stata una connessione.